Quando i miei figli erano piccoli, la bici la usavo quotidianamente per accompagnarli all'asilo e a scuola o al parco. Inizialmente si accomodavano sul seggiolino e per un breve periodo li ho portati tutti e due insieme, uno davanti e l'altra dietro, e nel tragitto si cantava.
Poi, con la separazione e il mio trasferimento a Cinisello Balsamo, non avevo più dove metterla e così per anni mi sono limitato a usarla in occasioni rare, ovvero il 25 aprile e qualche vacanza.
Da poco però ne ho recuperata una e l'assenza di ricovero è stata ovviata da una combinazione di due antifurti che valgono più della bici stessa (un u-lock e un cavo spiralato in acciaio rivestito, entrambi con chiusura a chiave).
Così, almeno per ora (e incrocio le dita nel dirlo) posso contare su una due ruote che mi ha già permesso di goderne sia come svago, sia come mezzo di trasporto.
Diciamo che nel primo caso ho la fortuna di abitare vicino al parco Nord, che grazie a una serie di ponti ciclabili permette di raggiungere Niguarda e Affori senza avere a che fare con il fastidioso e pericoloso traffico automobilistico.
Quanto al secondo aspetto, è innegabile che in una città come Milano e nel suo hinterland si potrebbe e dovrebbe fare molto di più per proteggere e privilegiare la viabilità non inquinante e più sana, estendendo le zone pedonali e moltiplicando e raccordando le piste ciclabili.
Pur non essendo un ciclista consumato né costante, mi sento di affermare, di nuovo e con maggiore convinzione, che ogni volta che sia possibile farlo, usare la bicicletta in città anziché l'automobile è una figata.
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