13 marzo 2015

Parola

Alice Avallone mi ha fatto quattro domandine per il suo progetto Digitatack, dove abbina parole a storie creative. La parola che ha scelto per me è Parola.
Qual è stata la prima parola in assoluto di cui ti sei innamorato?

Probabilmente qualche nome femminile. E anche per il resto, il valore affettivo delle parole dipendeva dai loro legame con la realtà. Di certo, una di quelle che pronunciavo di più tra l’infanzia e il primouso della favella era “ancòa”, quando chiedevo a mia nonna di rileggermi per l’ennesima volta la fiaba di turno, che conoscevo a memoria e che perciò doveva essere raccontata per filo e per segno, senza salti né scorciatoie.

Che cosa raccogli sul tuo blog Verba Manent?

Un po’ racconto il mio vivere; talvolta riconfeziono scatole di ricordi; in alcuni casi mi avventuro in equilibrio precario al confine con l’indicibile, nella zona in cui ogni verbalizzazione riuscita significa un insieme di sensazioni catturate alla consapevolezza e alla memoria.

È possibile insegnare a usare bene le parole?

Credo sia possibile aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di usarle.

Quali sono le parole più importanti per te in questo periodo della vita?

Respiro, condivisione, trasmettere, ascolto, vivere, ricordo/memoria, tango, musica, abbraccio.

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Alice la conobbi ch'era pischella, più di dieci anni fa, ma già allora mi fece una piccola intervista in quel di Asti.
In onore della sua città, il bonus oggi è: Sparring Partner, di Paolo Conte.

2 commenti:

  1. le parole che hai scelto, se ci fai caso, sono tutte bine... battere e levare, andata e ritorno, dentro e fuori, passi doppi, due (coppie di) braccia. sono belle. :-)

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    1. Non ci avevo fatto caso: grazie, Manu, grazie e un bacio :-)

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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