Da qualche parte una volta lessi: "Action expresses priorities". In altre parole: conta quel che fai, ed è quel che fai che conta per te, non altro.
La riflessione è immediata, facile e quasi banale sul proprio vissuto, per quanto possa risultare utile come indicazione o come stimolo.
Diventa invece drammatica quando la si applica ad analizzare comportamenti estremi, tipo quelli di chi giocando d'azzardo si gioca tutto quanto, di fatto escludendo anche i propri cari dall'orizzonte del proprio interesse e considerazione.
È quella la vera malattia: non saper più riconoscere che cosa vale davvero, non riuscire a distinguerlo dal truffaldino godimento del brivido effimero e frustrante, quello di chi crede di poter vincere mentre sta perdendo tutto.
Viene una rabbia, a pensarci, rabbia che raddoppia a ripensarci, rabbia che si fa sconforto constatando, sia pure a distanza, i danni enormi procurati da tali comportamenti.
Smettila, pirla, guardati intorno: c'è di meglio, ti dico, e non è un azzardo.
E tu, se sei uno spacciatore di febbre da gioco, fatti un esame di coscienza e comincia a spegnere qualche slot machine.
Come al solito, un piccolo passo può essere l'inizio di un lungo cammino.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.