16 agosto 2013

Un setaccio

Se avessi tenuto un diario su un quadernino come facevo da piccolo, ai tempi delle prime gite con la cantoria di Seregno negli anni settanta, avrei appuntato la cronologia di ogni singola tappa e forse di ogni singola attività turistica nel viaggio che a luglio m'ha portato con i miei figli verso la vacanza salentina.
Se l'avessi scritto in quel modo, probabilmente mi sarei ritrovato una serie di fatti spiattellati in modo semplice e preciso, quasi un'intelaiatura nuda, privata di molte sfumature, ma di certo utile come riferimento quando poi avessi deciso di riportare la mente allo scandaglio del vissuto.
In verità, non serve scrivere tutto se è vero, come è vero, che un qualsiasi piccolo spunto basta a far riemergere intere fette di esistenza, come un punta col suo iceberg. Però scrivere serve, è un setaccio che trattiene un poco di vita in più, o che, diciamo, almeno qualche volta può aiutare a farlo.

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a cura di Giulio Pianese

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