"Mej un andà che cent andèmm" significa tra l'altro che il fare conta più del dire. Il che, per chi crede nelle parole, pone un dilemma: raccontare il da farsi anziché sbrigarsi a farlo è un rischio che si può correre senza mettere a repentaglio tutto l'aspetto organizzativo? Vero è che alcune descrizioni paiono inutili e che si fa prima a fare che a dire, però il pizzico di autocompiacimento che giunge dall'attestazione verbale può fungere da incentivo o da carburante per l'alacrità. È il senso ultimo delle "to do list", traduzione esatta di agenda, la cui utilità non è solo come promemoria, bensì come certificazione di piccoli progressi compiuti. Ora, comunque, è tempo di lavatrici, mentre già incalzano le incombenze previste insieme a quelle rimandate e a qualche altra novità, ma è tutta roba da fare più che da descrivere, per il momento.
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Per la citazione in dialetto, sono debitore della nonna brianzola della mezza salentina Laura.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.