Ho fatto bene a non caricare in auto le scarpe da tango, perché altrimenti non avrei saputo resistere a concludere la serata in milonga. Non che ci sia niente di male, non sto ancora correndo il rischio di overdose, anzi, però ho necessità di essere riposato e vigile per la lunga giornata di domani.
Per fortuna, comunque, a riempire di bellezza la serata ci aveva già pensato Marco Paolini con il suo spettacolo Il Milione, quaderno veneziano. Anni e anni fa l'avevo visto in TV (dall'Arsenale), ma naturalmente essere lì in platea è tutta un'altra cosa, anche per il senso di irripetibilità che il teatro regala, come sanno fare alcune altre cose belle della vita.
Il testo, rispetto ad allora, è stato appena limato, ma per l'occasione si è aggiunto un piccolo prologo di rapido e divertente attraversamento ciclistico della "macroregione" dalle infinite rotonde.
In scena lui è stato il solito grande affabulatore, con l'efficacia e la pregnanza di un raccontare che sa inscenare un mondo intero, ma alla fine, andandolo a salutare nei camerini, l'ho trovato un po' provato (cosa comprensibile, del resto, considerata l'intensità dei due spettacoli presentati e replicati in queste settimane al Piccolo).
Tra i lunghi applausi finali, oltre a sollecitare un aiuto a Emergency, ha promesso "qualcosa di nuovo". Arrivederci alla prossima produzione, dunque (ma anche rivedere i suoi Album mi piacerebbe molto).
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