21 settembre 2012

Sì, viaggiare

Ogni volta che guido su un percorso abituale, mentre viaggio viaggio anche nel tempo: la testa parte da una qualsiasi associazione mentale e va, parte e va, come una navigazione senza meta di link in link e non sono più lì, cioè, sono lì tant'è vero che gli occhi si lasciano dipingere dai colori che vedono, ma non sono più lì perché riempiono la tela di altre immagini e il sentire di sensazioni ricordate o proiettate. Il pianeta in quei momenti scorre sotto le ruote con abilità sufficiente a portarmi in automatico a destinazione, mentre il movimento relativo segue tutt'altri percorsi in uno scenario quadridimensionale che abbraccia e sintetizza uno spicchio di tutto quel che è stato o sarebbe o sarà, di quel che, occhio, frena, gira, ok, puoi ripartire, di nuovo vado e torno. Torno dove posso trovare di che ancorarmi al qui e ora, di che ancorare il qui al là e l'ora al sempre, dove posso perdermi per ritrovarmi. Torno a viaggiare, come fa la memoria emotiva o la fantascienza.

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a cura di Giulio Pianese

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