19 febbraio 2012

Ride il telefono

Il mio amico Cesare (Cece), che oggi ha compiuto gli anni (auguri anche da qui!), da piccolo aveva anche un soprannome: Cisca, come lo chiamavano soprattutto i compagni di squadra di calcio. Lui, di una pigrizia leggendaria, in campo si è sempre trasformato in cursore infaticabile e grintosissimo.
Al di fuori del terreno di gioco, però, l'indolenza prevaleva, potente fino al contagio, soprattutto nell'ambito scolastico. Così talvolta, nei primi anni di liceo, anziché sui libri passavamo i pomeriggi a fare scherzi telefonici, con giochi di parole stupidotti e voci e vocine varie, in quell'epoca di apparecchi con combinatore a disco.
Non mi stupii troppo, perciò, quando rispondendo una sera al telefono sentii la sua imitazione di una vecchietta che cercava del "signor Pianesi", deformando la desinenza del mio cognome in puro stile brianzolo.
Dopo aver ridacchiato, urlai nel ricevitore: "Cisca, pirla!"
Un momento di silenzio e poi, dall'altra parte, la stessa voce ancor più tremula: "Scuuusi, devo aver sbagliato numero."
Richiamò poco dopo e lasciai rispondere mio padre: era un'anziana e affezionata cliente del suo bancolotto che intendeva chiedergli consiglio per una giocata.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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