09 ottobre 2011

Come e quanto

Come saranno i fuochi d'artificio della festa più bella che i sogni ti abbiano permesso d'immaginare? Quanto sarà ampio il luogo destinato ad accogliere tutti gli amici e le persone a te care di tutti i tempi?
L'immagine perfetta del desiderio bambino permane, per quanto impolverata dal lungo oblio. La sua ingenuità non si confonde con le imperfezioni di realtà casuali, non si scontra in competizioni. Quel prato cintato intorno alla villa l'hai visto o creato nella tua mente e sai bene che lì dentro non si patisce disagio, che il conflitto non vi trova piede, che è un piccolo paradiso con la verità di una fiaba.

Come sarà il nostro vivere alla rincorsa dell'improbabile? Quanto saranno difficili da scovare le pietre preziose al naturale, ascose lucentezze indistinguibili all'occhio avido?
Lo sguardo dentro il buio ce lo insegnarono di nuovo, di nuovo apprendemmo a fidarci dell'emanazione, a procedere tentoni risalendo il corso del tempo e così ritrovarci. Nessun percorso fa paura di per sé quando la mano e la mano si cercano, quando le dita ridisegnano volti, quando le carezze tracciano profili richiamando l'anima all'epidermide che risuona di armoniche.

Come saranno gli istanti presenti quando non esisterà un quando? In quanto tempo il tempo si annullerà nell'essere, quanto durerà per ciascun petalo il meraviglioso schiudersi?
L'eternità verticale di un momento magico non è più illusoria di tutto il resto. L'immensa vertigine del bello incontenibile si specchia in una bolla di saliva gonfiata per gioco, s'insabbia tra le curve di una pista per le biglie, risuona nel rimbalzo di un pallone sul cemento, odora di cantine scavalcate a nascondino, ha il gusto di una mela presa a Dio nel suo giardino.

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a cura di Giulio Pianese

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