Mi sono purificato le mani come insegnarono gli Esseni e chinato a lavarti i piedi, con amore, dedizione e forza.
Mi sono prodigato a condividere pane e companatico, brindisi ed energie, carmi e fantasie, parole e sguardi, deliziandomi di un'effimera ma non per questo meno intensa convivialità.
Mi sono avviato al percorso scontato, vedendo dall'anima praterie e ruscelli laddove l'occhio sbigottiva per la desolazione e la gola per l'arsura.
Mi sono aperto il torace per cercarti una sorpresa e sono stato lì con la mano tesa e colante sangue a porgere al nulla il muscolo palpitante, ancora per un po', fino allo spegnersi del sorriso.
Mi sono sentito venir meno e m'accascio sereno, certo della resurrezione.
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