"No, davvero, non so che cosa ci trovi."
Senza perdere la posizione alzai il sopracciglio e lo sguardo pensando di cogliere la divertita ironia della sua espressione. Invece era seria, fors'anche un po' scocciata per via della sineddoche rappresentata dal mio fare e a causa della quale si sentiva sminuita.
Confidando nella sua pazienza e nell'attaccamento che aveva sempre mostrato nei confronti della mia persona e delle mie passioni, tornai a contemplare la meraviglia che mi teneva inchiodato lì da lunghi minuti.
Una bellezza naturale la cui semplicità si esaltava nella percezione del connoisseur, proclive a pregustarne la sinestesia; una presenza nel contempo mitica e reale, l'idea incarnata, il ponte tra tangibile e sovrumano.
"Almeno, il mio ginecologo si fa pagare."
Ci affondai la lingua, per tacitarla, goloso.
[scritta per il BlogRodeo di oggi]
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