La mia risposta a quanto pare è svaporata nel limbo dei pixel e allora la ripropongo qui:
Un'amica tempo fa mi ha gratificato di un'osservazione che è per me un bellissimo complimento:
"Sai Zu, non è vero che a te piacciono tutte, però è vero che in ciascuna riesci a vedere cosa c'è di bello e a notarlo."
Dunque al titolo del libro da te menzionato, Lisbeth, preferirei quel film di Truffaut...
Se poi devo provare a risponderti, lo faccio con una domanda: come si potrebbe dire di conoscere la musica? Tanto semplice da apprezzare eppure infinitamente complessa, al punto che anche praticandola attivamente non si finisce mai d'imparare.
La stessa considerazione può valere per i vini: innumerevoli sono le sfumature da cogliere ed è già un successo se col tempo si impara a discernere le qualità oltre a lasciarsi inebriare.
Contemplando il firmamento, bearsi di una comunione universale intuita percepita gustata e goduta è una pratica dell'essere che accresce piacere e consapevolezza in egual misura, ma come si potrebbe dire di conoscere le stelle?
E tuttavia, non è detto che le differenze tra i sessi siano più imperscrutabili di quelle tra due diversi esseri umani. Meravigliosi abissi insondabili o esplorabili a seconda di come vorremo illuminare l'immersione di chi si tuffa nella nostra anima.
baci e abbracci,
Zu
P.S.: a proposito di stelle, può anche capitare d'innamorarsi di una cometa...
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