Vado talmente di rado al cinema che parlando di film subito dopo averli visti sul grande schermo rischio di essere troppo indulgente. Dunque prendi con le molle il mio entusiasmo per Confidence e My name is Tanino.
Il primo è una storia di truffe con un pizzico di violenza. Ben congegnato, passa di sorpresa in sorpresa e c'è sempre un risvolto in più di quanto aveva considerato lo spettatore. Nel cast Edward Burns, quasi un Richard Gere più giovane ma in grado di usare i muscoli facciali per un totale superiore alle due-espressioni-due regalateci nell'intera carriera dal brizzolato buddista; un Andy Garcia pressoché in incognito e molto efficace; un Dustin Hoffman che non smette di essere garanzia di superiorità nel sapersi calare con naturalezza e senza eccessivi istrionismi in ogni ruolo.
L'incipit mi riporta in un certo qual modo all'inarrivabile I Soliti Sospetti, il trattamento alle tecniche tarantiniane di flashback e cambio prospettico della narrazione, ma qui lo strumento filmico viene usato anche per raccontare il colpo progettato, impiegando la tecnica dell'insolvenza per inserire gli elementi nella scena anticipatoria. L'ultima associazione d'idee, per un trucchetto usato dai personaggi in questione, è con una pellicola magari non molto raffinata, ma divertente, che ho visto sulla nave insieme alla mia piccola: Mickey Occhi Blu.
Quanto al film diretto da Paolo Virzì, mi è piaciuto molto e consiglio di dare un'occhiata alla recensione di Marquant. Aggiungo che i passaggi degli svenimenti, utili al regista per svariare liberamente nell'intuizione onirica con tanto di colori virati, sono belli ma anche funzionali alla storia, il che non mi pare poco. Un film in cui si ride, si osserva, si sorride, si pensa, tutto con una levità non superficiale. Gli attori, a me totalmente ignoti, sono bravissimi.
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