31 dicembre 2011

Serie semiserie

Tre due uno zero sembra un conto alla rovescia, ma son solo le cifre che servono e che bastano a comporre la data odierna. Domani ne avanzerà una.
Zero uno uno due tre cinque otto eccetera è una serie seria che va all'insù formando spirali e un sacco di cose che non saprei, non ricordo, non capisco, ma ammiro come parte dello spirito, aurea sezione che sta tra la mente e l'anima.
Uno due sei nove va anch'essa all'insù, ma si ferma lì, o meglio parte in uno slego grezzo datato settantotto, divertente se non devi prendere un treno.

Invece stasera, si sa, a un certo punto capiterà a moltissimi di incappare nell'eterno tormentone a e i o u (ipsilon). Per quanto mi riguarda, spero di evitare per una volta Disco Samba, anche perché #aeiouy l'ho già incontrato nella sua versione più interessante grazie a Year In Hashtag, di cui prestissimo sarà pubblicata in rete la versione in inglese.

Nel frattempo, da qualche parte, è già domani. Auguri!

27 dicembre 2011

Albero digitale

Poco prima che iniziassero le festività, laVale mi ha chiesto: "Che cosa vorresti trovare sotto l’albero digitale per il futuro tecnologico dei tuoi figli?"
La mia risposta, insieme a quelle di altri genitori presenti in rete, è pubblicata nel vodafone lab.

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Precedenti: un'intervista di qualche mese fa.

25 dicembre 2011

Natale

Dopo una lunga e bella giornata conviviale (nel senso affettivo e in quello alimentare), tornando a casa insieme ai cuccioli (uno di quei privilegi di cui t'accorgi quando ti manca) ascoltavo su Radio Popolare una trasmissione che tramite la musica parla anche di carceri.
Dal contrasto mi è tornato in mente (anche questo tra parentesi) un pezzo comparso un anno fa nella raccolta Post sotto l’albero 2010 e lo voglio riportare qui sotto. Auguri a tutti.
Sorvegliato speciale di wild

In molti luoghi, ai quali difficilmente pensiamo se non perché direttamente coinvolti, il Natale è un sorvegliato speciale. Durante tutte le feste ma soprattutto durante il Natale nelle comunità, nelle carceri, nelle case di cura esplodono le crisi più grandi, più difficili e dagli esiti, a volte, irreparabili e fatali. Lo sanno bene gli operatori del settore che durante i periodi festivi affinano i sensi e la vista, pronti a captare anche il più piccolo mutamento di umore. Ma quale sortilegio racchiude in sé questa ricorrenza, quale turbamento scatena e quali fantasmi evoca? Certo la gente fuori si circonda di persone care, prepara ricchi pasti e preziosi doni, accende luci e addobba la casa, tutto per esorcizzare lo spirito del Natale, ma chi è solo si trova inevitabilmente faccia a faccia con il sorvegliato speciale, e di conseguenza costretto ad affrontarne tutta l’essenza, confrontandosi con la sua anima, con la propria anima. Buon Natale anima mia.
Auguri anche in musica, con la sigla da cui la trasmissione prende il nome: Jailhouse Rock (nell'interpretazione dei Blues Brothers).

21 dicembre 2011

Zappa che ti passa

Nella sterminata produzione zappiana, sono pochissimi ad avere ascoltato (quasi) tutto. E anche tra i brani più noti si scopre sempre qualche lacuna. C'è un pezzo, per esempio, che credo di avere sentito per la prima volta non su vinile o altro supporto, ma eseguito su un palco... dalla mia band.
Con i Blubaluba (genere soul, funky, R&B) stavamo suonando a una festa e qualcuno del pubblico ardì chiedere "qualcosa in tre quarti". Ivan (il trombettista) impose un 3/4 che s'intitola "benedetto sollievo". Poi ricominciammo con il nostro consueto repertorio.

Blessed Relief (Frank Zappa), da The Grand Wazoo, 1972

17 dicembre 2011

Ieri alla coop

Alle elementari avevamo fatto un lavoretto, in gesso: tra i calchi disponibili avevo scelto una scoiattolina, poi l'avevo dipinta con le tempere (marrone per il pelo, azzurro intenso per gli occhi, nero per le pupille, giallo per il fiorellino che le ornava il ciuffo). Non riuscendo a disegnarle la bocca, chiesi aiuto alla maestra, che dipinse delle labbra rosse bellissime.
Belle come quelle di una signora vista ieri mentre facevo la spesa. Così ho pensato di avvicinarmi e raccontarglielo. "Che storia, grazie!" è stata la sorridente reazione. Poi sono andato in cassa a pagare.

16 dicembre 2011

Tanda

Fare le cose senza pensare è dannoso se significa superficialità: a prevalere è il bambino egoista e maldestro, in cui goffaggine e ignoranza fanno a gara; le conseguenze sono negative per sé e per gli altri, talvolta nell'immediato e quasi sempre a medio o lungo termine. I danni sono materiali, morali, psicologici e sociali.

Fare le cose senza pensare è virtuoso se significa leggerezza: a prevalere è il bambino dallo sguardo limpido, con la luce nei gesti e il sapere naturale; le conseguenze sono benefiche per sé e spesso graziose per gli altri, sicuramente nell'immediato, e in qualche rara combinazione, sotterraneamente, anche a lungo termine. In tal caso, il bagliore rischiarerà più o meno vagamente memorie lontane e il mondo si arricchirà di qualche sorriso.

Fare le cose senza pensare è prezioso se la leggerezza è conquistata dopo un apprendimento: a prevalere è l'adulto entusiasta, che senza impigrirsi si è rimesso in gioco, pronto ad approfondire o addirittura a ripartire da zero in pratiche nuove o inusitate. Così accade, per esempio, nella musica: l'esecuzione va dimenticata per poter giungere all'interpretazione ed è in quel momento che se ne gode e se ne fa godere. Lo so, l'ho saputo. E così, spero, accadrà anche per il tango, prima o poi.

08 dicembre 2011

Dieci cose

Qualche giorno fa lo Splendido mi ha chiesto di scrivere le dieci cose importanti per me. Ho subito messo giù degli appunti così come mi venivano, poi quando ho riaperto il file gliel'ho mandato senza modifiche sostanziali. Ora che le hanno pubblicate, rileggendole mi ci riconosco, per cui posso ribadire che è bene nonché efficace esprimere le proprie preferenze a bruciapelo.

Eccoti dunque Le dieci cose importanti per Zu.

P.S.: ci sono già diversi contributi, identificati dall'etichetta le dieci cose.

Aggiornamento

In seguito a una conversazione telefonica, mi sono accorto che il link qui sopra non funziona più e che non mi ricordavo quali fossero le "10 cose".
Poi mi son reso conto che da qualche parte doveva esserci l'e-mail mandata allo Splendido e così le ho recuperate. Eccole, qui sotto, nell'ordine sparso in cui le avevo scritte allora:

Non perdere la speranza e saperla trasmettere.

Essere vivo nel ricordo altrui e saper ricordare.

I miei figli.

La musica: da ascoltare, da sentire, se possibile anche da cantare.

Avere sempre voglia di spassarsela e di condividere esperienze e divertimento.

Continuare a intessere reti relazionali, nutrire le vie vecchie e nuove della comunicazione.

Scrivere, almeno ogni tanto, almeno un po’, per fissare in parole il divenire e magari anche per evolvere.

Non smettere di imparare: considerare la curiosità un valore e chiedersi di quando in quando Quand’è l’ultima volta che hai fatto una cosa per la prima volta?

Leggere, per perdersi e per ritrovarsi.

Gli affetti e gli amori, le gioie e perfino i dolori.


a cura di Giulio Pianese

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