Fare le cose senza pensare è dannoso se significa superficialità: a prevalere è il bambino egoista e maldestro, in cui goffaggine e ignoranza fanno a gara; le conseguenze sono negative per sé e per gli altri, talvolta nell'immediato e quasi sempre a medio o lungo termine. I danni sono materiali, morali, psicologici e sociali.
Fare le cose senza pensare è virtuoso se significa leggerezza: a prevalere è il bambino dallo sguardo limpido, con la luce nei gesti e il sapere naturale; le conseguenze sono benefiche per sé e spesso graziose per gli altri, sicuramente nell'immediato, e in qualche rara combinazione, sotterraneamente, anche a lungo termine. In tal caso, il bagliore rischiarerà più o meno vagamente memorie lontane e il mondo si arricchirà di qualche sorriso.
Fare le cose senza pensare è prezioso se la leggerezza è conquistata dopo un apprendimento: a prevalere è l'adulto entusiasta, che senza impigrirsi si è rimesso in gioco, pronto ad approfondire o addirittura a ripartire da zero in pratiche nuove o inusitate. Così accade, per esempio, nella musica: l'esecuzione va dimenticata per poter giungere all'interpretazione ed è in quel momento che se ne gode e se ne fa godere. Lo so, l'ho saputo. E così, spero, accadrà anche per il tango, prima o poi.
16 dicembre 2011
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