Per fortuna quando risentii la voce di Antonella Ruggiero mi ero dimenticato dei Matia Bazar e di quanto mi avessero ammorbato, loro e lo stucchevole Julio Iglesias, per l'intero viaggio in pullman durante una gita fatta da piccolino con la cantoria (quasi sicuramente si trattava di Super8*, supporti d'ascolto che furono appannaggio di camionisti e autisti, come loro infaticabili e monodirezionali).
Fu in seguito a una dritta di Chawki Senouci che aprii le orecchie e più avanti anche il cuore all'ascolto di Registrazioni moderne, una raccolta di successi riarrangiati e reinterpretati dalla sublime vocalist accompagnata da gruppi quali Subsonica, Timoria, Ritmo Tribale...
Oggi, solo oggi, grazie al solito YouTube ho scoperto che la canzone d'apertura di quel disco, Amore lontanissimo, una canzone che mi piace tanto ma proprio tanto, partecipò al festival di Sanremo, classificandosi seconda nel 1998. No, per dire.
* sono grato a Vic che precisa: "super8 erano i filmini, le cassettone (con nastro senza fine) si chiamavano stereo8".
29 marzo 2007
26 marzo 2007
Spostale ancora, Sam
Lancetta dà, lancetta toglie. E l'ora e il fato e il tempo rubato, ma come viaggi per questi paraggi, lo vedi che non hai più fiato, ti supera e sfreccia non fissa l'immagine e ancora ti manca l'afflato. Un'ora di musica un'ora d'amore un'ora di allora e di quando, un'ora di note mancate, un'ora di notte, di frasi spezzate. Tre fischi il vapore che parte, t'arrischi o resti in disparte. Tre carte le mischi, con arte t'imbrogli, va' pure, no, resta. Sei schiavo di chi ti fu schiava. L'ancella dà, l'ancella toglie.
22 marzo 2007
Duemila e sete
Senza acqua non c'è vita.
AMREF lo sa e cerca rimedi, sempre e sul serio.
Tu la puoi sostenere e, anche, fare qualcosa ogni giorno a casa tua.
AMREF lo sa e cerca rimedi, sempre e sul serio.
Tu la puoi sostenere e, anche, fare qualcosa ogni giorno a casa tua.
20 marzo 2007
"Il mio papà"
Prima elementare: al lavoretto, molto carino, Lorenzo ieri ha accluso una descrizione di questo esatto tenore:
AL MIO PAPÀ GLI
PIACCIONO I
PANORAMI. COSE
DELLA NATURA. GLI
PIACE LEGGERE.
QUANDO ERA
PICCOLO NON
MANGIAVA QUASI
NIENTE PERCHE LO
OBBLIGAVANO A
MANGIARE TUTTO
ANCHE I NERVI.
16 marzo 2007
Video che bello
Ci fu un tempo in cui era già un miracolo mandare e ricevere e-mail o caricare una pagina web nel giro di soli dieci minuti con un modem 14.400. Ora con la fibra ottica ci si è abituati talmente bene che un semplice ADSL fa storcere il naso e un 56k risulta inaccettabile se non per emergenze.
Il motivo non è solo l'impazienza, ma anche la possibilità concessa o negata di potersi gustare un repertorio sterminato... di video musicali (no, ma cosa pensavi: del porno è assai più facile fare a meno).
Video musicali, canzoni celestiali: per esempio Lábios que beijei interpretata da Caetano Veloso e orchestra, di cui su Lessico da amare trovi testo e traduzione.
Il motivo non è solo l'impazienza, ma anche la possibilità concessa o negata di potersi gustare un repertorio sterminato... di video musicali (no, ma cosa pensavi: del porno è assai più facile fare a meno).
Video musicali, canzoni celestiali: per esempio Lábios que beijei interpretata da Caetano Veloso e orchestra, di cui su Lessico da amare trovi testo e traduzione.
14 marzo 2007
"Piacere." "Piacere mio!" "Dai, sfogliamoci..."
C'è un bel libro, c'è un amico con la penna felice che l'ha scritto, c'è uno strasimpatico ex professore del liceo che frequentai a presentarlo, poi ci sono anche nomi famosi e - se la buona stella assiste - delle belle ragazze.
Ora, trovami tu un motivo per cui non dovrei accorrere numeroso alla presentazione del romanzo La squadra spezzata, di Luigi Bolognini (ed. Limina), che avrà luogo domani, giovedì 15 marzo 2007 alle ore 18:30 presso il Multicenter Mondadori di via Marghera 28 a Milano (MM1 De Angeli).
Ci vediamo lì?
Ora, trovami tu un motivo per cui non dovrei accorrere numeroso alla presentazione del romanzo La squadra spezzata, di Luigi Bolognini (ed. Limina), che avrà luogo domani, giovedì 15 marzo 2007 alle ore 18:30 presso il Multicenter Mondadori di via Marghera 28 a Milano (MM1 De Angeli).
C'era una volta un calcio diverso da quello attuale: che regalava spettacolo, che suscitava passioni, che faceva sognare popoli interi. Come in Ungheria, dove nel secondo dopoguerra la Honvéd e la Nazionale, guidate entrambe da Ferenc Puskas, riuscivano a fare dimenticare le miserie della dittatura comunista. La Coppa Rimet del 1954, che pareva certa, gli fugge di mano proprio all'ultimo minuto della finale e i sogni di libertà e felicità iniziano a morire lasciando milioni di ungheresi, tra cui il ragazzino Gabor, senza una speranza.
L'autore parla del suo libro insieme a Antonio Silva. Intervengono Gianni Mura e Roberto Beccantini.
Ci vediamo lì?
13 marzo 2007
Traduzioni ad abuso e consumo
Laura mi segnala e volentieri rilancio a mia volta l'Inchiesta sui traduttori di letteratura di consumo promossa dalla Sezione Traduttori del Sindacato Nazionale Scrittori.
Puoi comunicare quel che sai scrivendo ad Anna Carbone e Valentina Daniele.
Puoi comunicare quel che sai scrivendo ad Anna Carbone e Valentina Daniele.
08 marzo 2007
Quando ti fanno miagolare
Spesso avviene, se non sempre, di trovar su Gatti Pazzi mille cose interessanti, lampi intensi e fin spiazzanti messi giù da HangingRock.
Con parole e con disegni, questo proprio di recente, tra il faceto e il tono serio lei trattò Del desiderio provocando qualche shock.
Te lo dico e te lo scrivo senza tema di smentita: sia nel post sia nei commenti son concetti acuti e furbi, ma è la logica di Gurbj che sa surclassare Spock.
[bisogno... desiderio... piacere da bisogno... piacere da desiderio... autopoiesi del piacere...]
Con parole e con disegni, questo proprio di recente, tra il faceto e il tono serio lei trattò Del desiderio provocando qualche shock.
Te lo dico e te lo scrivo senza tema di smentita: sia nel post sia nei commenti son concetti acuti e furbi, ma è la logica di Gurbj che sa surclassare Spock.
[bisogno... desiderio... piacere da bisogno... piacere da desiderio... autopoiesi del piacere...]
03 marzo 2007
Guarda che luna
22:30, Milano Bovisa, terrazzo su al 4° piano che si vede meglio: si sta cominciando a diffondere un'ombra dai contorni irregolari sulla splendida luna piena, in alto nel cielo.
23:05, ibidem, ballatoio 3° piano: ho svegliato i bimbi come mi avevano chiesto, intimato, supplicato di fare prima di coricarsi sul divano. Lorenzo, portato in braccio al cospetto dell'astro semioscurato, ha socchiuso solo per un attimo gli occhi, per tornare protestando al sonno interrotto - ora è già a letto in pigiama; Francesca si è lasciata condurre fuori per mano, ha guardato, ha detto "Bene, bene" e se n'è andata a incontrare il cuscino.
23:20, ibid., di nuovo terrazzo 4° piano: della luna rimane visibile solo una falce, una fettina in alto. In città l'inquinamento luminoso non scherza, sarà per questo motivo che non si vede l'annunciato effetto rosseggiante, però tutt'attorno al nostro satellite naturale pare si accendano una dopo l'altra le stelle, tutte quelle di cui prima non notavamo il brillare a causa di una luce riflessa (oddio, sarà una metafora?).
23:35, sono risalito brandendo un telescopio giocattolo (45x40mm) e ho visto l'ombra grigia sulla rotondità della superficie lunare.
Dopo cinque minuti, a occhio nudo e molto meglio che con quel trabiccolo, mi si è manifestato il rosseggiare pallido e assorto. E in alto, un sacco di stelle che non so chiamare per nome (non è la prima volta che le vedo, d'accordo, ma stasera è una sera speciale).
00:05, ci siamo, ci sono, a canticchiare Buscaglione ammirando una luna marziana. Ammirando altresì e rimirando la vastità di quel blu punteggiato così graziosamente, così godibile eppure spaventevole per immensità, come notava giorni fa la Cajuina in una delle sue riflessioni esternate con il cucchiaio a mezz'aria.
(tra parentesi, son forse l'unico pirla di tutto il palazzo a stare e ristare col naso in aria ogni volta che l'occasione si dà)
01:11, è passata al di qua del tetto, va verso ovest e si lascia vedere dalla finestra della camera, riscoprendosi piano piano, maliarda (dall'imporporarsi al rinnovato candore, non so più se crederle).
23:05, ibidem, ballatoio 3° piano: ho svegliato i bimbi come mi avevano chiesto, intimato, supplicato di fare prima di coricarsi sul divano. Lorenzo, portato in braccio al cospetto dell'astro semioscurato, ha socchiuso solo per un attimo gli occhi, per tornare protestando al sonno interrotto - ora è già a letto in pigiama; Francesca si è lasciata condurre fuori per mano, ha guardato, ha detto "Bene, bene" e se n'è andata a incontrare il cuscino.
23:20, ibid., di nuovo terrazzo 4° piano: della luna rimane visibile solo una falce, una fettina in alto. In città l'inquinamento luminoso non scherza, sarà per questo motivo che non si vede l'annunciato effetto rosseggiante, però tutt'attorno al nostro satellite naturale pare si accendano una dopo l'altra le stelle, tutte quelle di cui prima non notavamo il brillare a causa di una luce riflessa (oddio, sarà una metafora?).
23:35, sono risalito brandendo un telescopio giocattolo (45x40mm) e ho visto l'ombra grigia sulla rotondità della superficie lunare.
Dopo cinque minuti, a occhio nudo e molto meglio che con quel trabiccolo, mi si è manifestato il rosseggiare pallido e assorto. E in alto, un sacco di stelle che non so chiamare per nome (non è la prima volta che le vedo, d'accordo, ma stasera è una sera speciale).
00:05, ci siamo, ci sono, a canticchiare Buscaglione ammirando una luna marziana. Ammirando altresì e rimirando la vastità di quel blu punteggiato così graziosamente, così godibile eppure spaventevole per immensità, come notava giorni fa la Cajuina in una delle sue riflessioni esternate con il cucchiaio a mezz'aria.
(tra parentesi, son forse l'unico pirla di tutto il palazzo a stare e ristare col naso in aria ogni volta che l'occasione si dà)
01:11, è passata al di qua del tetto, va verso ovest e si lascia vedere dalla finestra della camera, riscoprendosi piano piano, maliarda (dall'imporporarsi al rinnovato candore, non so più se crederle).
01 marzo 2007
Cosa vuol dire ombrello?
Son tempi da superstizioni quelli in cui si cercan messaggi ovunque. Numeri, date, tradizioni, e poi oroscopi, segni, premonizioni; e ancora segnali, coincidenze, agnizioni... Non c'è tregua: l'interpretazione schiaccia la percezione, la simbologia impera sui gesti, ne rischiara il senso ma con tale pretesa trascura i sensi, spostando in avanti o di lato la ricerca di significato.
Oscura è la via che dimentica il presente, tremendo il destino di chi non spreme l'hic et nunc. Vuota la bisaccia che si nutre di fuga, riarsa la gola volta a false sorgenti.
Così, almeno, dice l'oracolo.
Oscura è la via che dimentica il presente, tremendo il destino di chi non spreme l'hic et nunc. Vuota la bisaccia che si nutre di fuga, riarsa la gola volta a false sorgenti.
Così, almeno, dice l'oracolo.
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