28 aprile 2020

Far bene quello che fai

È lungo questo confinamento, più di quanto ci si aspettasse all'inizio. Mi piacerebbe dire "è stato lungo", ma so che purtroppo non è ancora finita, che le limitazioni si protrarranno per chissà quanto ancora. Non sto a parlare dei cambiamenti che per tutti hanno toccato i grandi e piccoli aspetti del quotidiano, facendoci patire anche per quelli apparentemente insignificanti, o per meglio dire reputati tali fintanto che li davamo per scontati.
Una ricetta per procedere al meglio, senza farsi scalfire troppo e soprattutto senza sprecare questo tempo che mai nessuno ci restituirà, è una modalità che durante la naja mi aiutò in diverse occasioni. Un semplice atteggiamento, o un motto: cerca di far bene quello che fai. In tal modo, il tuo fare nutrirà l'essere e l'essere non si alienerà, nemmeno nelle più banali incombenze.

Tra le cose meno banali, invece, ho la fortuna di poter continuare a insegnare, attività che mi sta piacendo sempre più con il passare degli anni, dopo lustri e lustri a fare altro.

Ai miei alunni delle medie ho scritto delle istruzioni per le verifiche da svolgere a casa (a casa perché non voglio usare troppe lezioni on-line per dei test).
"Svolgi la verifica in modo autonomo e onesto: ricorda che lo scopo non è quello di ottenere un voto più o meno alto (valore effimero), ma di imparare (valore concreto).
La valutazione servirà poi a indicarti il livello raggiunto e a suggerirti su cosa lavorare (ristudiare, ripassare, esercitarti fino a raggiungere un livello soddisfacente).
La correzione degli errori mirerà a evitare di ripeterli in futuro."
Con gioia e soddisfazione mi sto rendendo conto che per la stragrande maggioranza hanno recepito correttamente.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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