30 aprile 2018

Dieci album in 10 giorni

Qualche settimana fa Luca Talamazzi (caro amico e bravo chitarrista con cui ebbi la ventura e il piacere di collaborare negli Ohm Suite Ohm e nei Fragole e Sangue) mi nomina su facebook per una cosa "che può anche piacermi, sebbene non sia sicuro di continuare per 10 giorni di fila", questa:
Giorno 1 di 10 giorni. 10 dischi all time della tua vita. Qualcosa che realmente ha avuto un impatto su di te e che continui o continueresti ad ascoltare. Posta solo la copertina, non aggiungere spiegazioni. Uno al giorno. E nomina una persona al giorno.
Qui di seguito, le conseguenze.

Per il primo, me la cavo condividendo la stessa copertina di Luca Talamazzi, perché non mi sono mai stufato di riascoltare i Velvet Underground & Nico.
Però lo dico già: non nominerò nessuno, chi vuole partecipi, commentando o pubblicando.
Aggiungerò il link di (almeno) una canzone per disco. Adesso mi va di riascoltare subito I'll Be Your Mirror.

Secondo giorno: Bossanova dei Pixies, che uscì nel 1990.
Come singolo pezzo, scelgo Allison, di cui proponemmo la cover con i Pontebragas.

Terzo giorno, terzo album: The Queen Is Dead degli Smiths. Iniziai ad ascoltare molto spesso i loro pezzi durante la naja, sdraiato in branda la sera tardi. Certe volte i commilitoni mi chiedevano di abbassare o spegnere, perché nonostante le cuffiette, il walkman sparava troppo.
La canzone che scelgo è solo una delle tante, anzi tutte, belle, dell'album: There Is A Light That Never Goes Out. Una curiosità: l'apertura ricorda un pezzo dei Velvet Underground (There She Goes Again), che a loro volta riprendevano un pezzo di Marvin Gaye (Hitch Hike, la cui versione eseguita dai Rolling Stones ispirò lo scherzetto di Johnny Marr).

Il 4° album che scelgo è Mlah, quello d'esordio (1988) delle Négresses Vertes, che m'estasiarono anche dal vivo al Rolling Stone di Milano, in un concerto davvero irripetibile, anche perché di lì a pochi mesi Helno, il cantante, morì.
Dilemma per la selezione di una canzone, visto che quasi tutte mi piacciono tantissimo, ma opto per l'imprescindibile C'est pas la mer à boire.

5° su 10. Il mio primissimo acquisto da ragazzino delle medie, quando ancora non avevo lo stereo, fu la cassetta Rimmel di Francesco De Gregori.
La canzone che mi va di riascoltare è quella che dà il titolo all'album, uscito nel 1975.
Per i più giovani eventualmente ignari, un'audiocassetta era una cosa così.

6° su 10. Babele Dunnit, anch'egli coinvolto da Luca Talamazzi, dichiarava: "Degli Stones non so scegliere. Veramente un casino. Troppi, troppi pezzi eccezionali."
Invece io a questo proposito non ho dubbi, soprattutto perché questo doppio uscito nel 1972 l'ho ascoltato davvero moltissime volte anche di recente, avendone il CD in auto. Il lato buffo è che è stato mio figlio Lorenzo a riportarmelo all'attenzione pochi anni fa: "Ohi pa', devi assolutamente ascoltare questo!" E io, sorridendo fin da dentro: "Bello, eh? L'hai trovato nella colonna lì in Bovisa, vero? E chi credi l'abbia comprato?".
Rolling Stones, Exile On Main Street. Come singolo, stasera scelgo Tumbling Dice, ma non obietterei a qualsiasi altro pezzo di questo disco straordinario.

Una menzione per Neil Young non può mancare, quindi per il 7° su 10 propongo un suo album. Tra i tanti che riascolterei volentieri in qualsiasi momento, scelgo il primo che acquistai, verso la fine degli anni settanta: After The Gold Rush, pubblicato nel 1970.
Il disco iniziava così.

8° su 10. Oggi la palma d'oro va a Remain In Light, capolavoro dei Talking Heads, che scoprii nel 1980 grazie al mio primo insegnante d'inglese David Jelley.
Il singolo che ripropongo all'ascolto è The Great Curve, che tra l'altro contiene uno dei miei versi preferiti in assoluto e cioè: "The world moves on a woman's hips", il mondo si muove sui fianchi di una donna.

Per il 9° su 10, sfrutto il post di Maurizio Raspante. Per me i Jefferson Airplane sono e sono stati imprescindibili fin dall'adolescenza. Questo disco, poi, contiene diversi pezzi che varrebbero da soli il "prezzo del biglietto". Dunque, vada per Surrealistic Pillow (1967).
La voglia del momento è di omaggiare Jorma Kaukonen con il suo Embryonic Journey... però aggiungo qualche parola su Somebody To Love, al quale dedicai un post sul blog.

10° su 10 giorni: Sciò di Pino Daniele. Innanzitutto perché è un doppio dal vivo del 1984 che racchiude molti dei suoi pezzi migliori e poi perché fu proprio nell'autunno di quell'anno che assistei a un suo concerto a Milano, la sera prima di partire per Napoli in autostop. Quel concerto iniziò con Je sto vicino a te, di cui ti faccio riascoltare la versione tratta dal suo secondo album, Pino Daniele, del 1979.
In effetti, preferisco le versioni che si trovano nei dischi originariamente registrati in studio, ma per le regole di questo giochino non potevo inserire Terra mia, Pino Daniele, Nero a metà, Vai mo', Bella 'mbriana e Musicante in un unico post.

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a cura di Giulio Pianese

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