19 febbraio 2017

La mente corre per conto suo

Era importante per me tornarci entro oggi, al parco, per trasformare un episodio nell'inizio di una sequenza virtuosa. Ho ripetuto lo schema dell'altro giorno, mezz'ora in tutto tra camminata sostenuta e corsetta, ma questa volta mi è sembrato più agevole.

A riprova di ciò, il fatto che perlomeno nei primi venti minuti il pensiero vagava altrove, fino a lasciarsi abbracciare dalla moltitudine di tanguere che mi sono venute in mente (oltre a Martina, ovviamente). Ebbene, come ho già avuto modo di esternare conversando in milonga, noi maschietti del tango siamo piuttosto fortunati, giacché le tanguere sono tantissime, bravissime, bellissime, in sé e per come disegnano arpeggi nel mondo, sull'onde della musica e in armonia con la guida di chi sta con loro nell'abbraccio.

Ho anche ridacchiato tra me e me rilevando un'analogia con un meccanismo che mi si accendeva durante i turni di guardia ai tempi della naja in quel di Bolzano: per farmela passare, scorrevo mentalmente in ordine alfabetico le ragazze che conoscevo (non necessariamente in senso biblico) e passo dopo passo il fucile in spalla mi pareva più leggero e il turno meno noioso, sebbene in qualche caso mi risultasse in un certo qual modo ostacolata la camminata.

Giorno 50: quasi sotto il segno dei pesci, ma che importano i segni se puoi seguire altri indizi?

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

scrivimi