08 gennaio 2017

Polvere di stelle

I numeri, o meglio le loro sequenze, me li raffiguro nello spazio. Lo stesso mi succede, anzi, ancora di più, con quelli del calendario. Così, gli anni i mesi i giorni si sgranano nel passato o nel futuro in varie e variabili forme davanti agli occhi della mente.

Forse è da lì che viene la voglia di abbracciare il tempo, quello vissuto, intendo, fino al momento presente, e magari di lanciare una carezza a quello di là da venire. So bene che tutto ciò altro non è che suggestione, ma il tentativo di comprensione, come quello di capire, già contengono nei termini utilizzati il desiderio di acchiappare e di contenere.

La verità probabilmente è che si tenta, quasi inutilmente, di fissare ciò che di più sfuggente ci troviamo costantemente ad affrontare dopo averlo immaginato: il tempo. Quasi inutilmente. Quasi, perché qualcosa resta, come polvere di stelle dopo un'esplosione galattica, o come lustrini dopo una festa. Festa che magari, seppure in qualche altra forma, prima o poi si riproporrà.

Giorno otto: provare a conciliare la capacità di vivere un giorno ogni giorno e di lasciare agio a un orizzonte temporale decentemente più vasto.

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a cura di Giulio Pianese

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