"Alla fin fine, stringendo all'osso e senza raccontartela, la vita punge come un filo spinato. Se non punge te, sta pungendo qualcun altro."
"Uella, che pessimismo! Sei di pessimismo e fastidio?"
"È che come ci si muove, si semina, ma troppo spesso si semina dolore o disagio."
"Ma no, dai, ma cosa dici! Se fosse davvero così, come li spieghi i sorrisi, le risate... Tutti i momenti belli passati insieme agli amici, alle persone care, o anche alla gente in generale? Non può essere così nera."
"Boh. Intanto so che gli errori si ripetono enne volte nel tempo, sempre diversi ma sempre gli stessi."
"Dai, va là, non mi fare il vascorossi del nuovo millennio."
"Eh, ti diverti a prendere in giro, ma intanto c'è una realtà oggettiva, anzi una realtà fatta di più soggettività che compone il puzzle, un puzzle disordinato e incompleto, ma la figura è quella."
"Senza raccontartela, però la vuoi raffigurare, eh?"
"Beh, insomma: un senso a tutta 'sta roba bisogna pur darlo, se no ti viene il tarlo."
"Questa te l'ha detta Carlo."
"Eh?"
"No, niente, è che non resisto a non dire minchiate, lo sai."
"Sì, sì, lo so, ma so anche che magari anche le mie lo sono. Non mi ci raccapezzo."
"Oh, raccapezzo: guarda quella lì che sta passando."
"Lascia stare, stasera va di birra e chiacchiere, e basta."
"Ciusca, proprio pessimismo e fastidio, eh. Cià che ordino un altro giro, va'."
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bonus: Enzo Jannacci - Giovanni, telegrafista
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.