Era come trovarsi tra due cieli. Da un lato i nuvoloni carichi di gocce pesanti e generosi nell'offrirne una seppur diradata campionatura; dall'altro piccoli squarci d'azzurro che risaltavano al contrasto e fasci di luce solare che filtravano tra le persiane del cielo a far brillare le diverse tonalità di verde delle chiome arboree. Subito lo sguardo si attivava alla ricerca dell'arcobaleno, cromatico bacio tra cielo e terra, estetico premio per chi abbia tuttora occhi di bimbo.
Il luogo di questa scena non era un'amena meta vacanziera né una località particolarmente privilegiata da incontaminati angoli di bellezza naturale: a saper guardare, le nicchie di paradiso si trovano perfino nell'hinterland milanese, cintura metropolitana fornita di tutti gli ingredienti più nocivi per noi e per l'ambiente.
Non dico di non far niente per contrastare le alterazioni dell'equilibrio ambientale in cui ci tocca vivere, ma nell'attesa che si compia la umana speranza, sarebbe cosa buona e giusta assumere l'atteggiamento suggerito da queste parole di Italo Calvino nel magnifico libro Le città invisibili: "cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".
Sorrido al pensiero che questo atteggiamento continua a essere mio nel tempo, come puoi leggere anche in qualche vecchio post.
--
bonus: Sarah Vaughan, Gimme A Little Kiss
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.