10 settembre 2013

Il respiro della pelle

Se senti un senso d'oppressione che t'impedisce di fare quel che con urgenza devi, prima di tutto allenta la cintura, poi magari togliti la maglietta, rimani a torso nudo e lascia respirare la pelle. La brezza ti lambisce dalla finestra, solleticandoti come ad anticipare altre più soavi tattilità. Soprattutto, abbi cura di non ascoltare canzoni istigatrici di eccessive dosi malinconiche. Poi fai il punto, verbalizzando in una conversazione con persone fidate quello che concretamente andrai a compiere. Qualche battuta, qualche risata, ed ecco che l'equilibrio si lascia nuovamente indossare, permettendoti, un passo dopo l'altro, di riprendere a camminare, correre, ballare, ristare. Ora puoi anche riaccendere la musica e le sue onde transiteranno dal passato al futuro toccandoti lieve all'attraversamento d'un'attenzione dal sorrisino benevolmente ironico e immunizzante nei confronti di tutti i condizionamenti, di tutti i condizionali, a favore del presente allargato, da vivere come unico vero dono.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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