09 luglio 2013

Album completo



The Queen Is Dead. Quell'album degli Smiths ha per me il potere di rievocare tutta la forza dell'impeto del vivere. Sì, è come se richiamasse un fiume in piena, destinato a traboccare oltre le chiuse del tempo.

Avevo un walkman bello, me l'avevano regalato non so più se per il compleanno, la laurea o la partenza per il servizio militare. Erano settimane intense, giorni in cui tutto succedeva insieme, giorni e notti in cui si dormiva poco e si vedeva spesso l'alba dall'altro lato delle ore.
Un walkman, lo dico per i più giovani, era un aggeggio portatile per ascoltare le cassette musicali in cuffia. Un po' più ingombrante di un lettore mp3, ma le frequenze dei brani probabilmente venivano tagliate un po' meno, sebbene non arrivassero al livello di fedeltà dell'ascolto da vinile.
Quel walkman me l'ero portato in caserma a Bolzano (non ricordo invece di averlo mai utilizzato a Merano durante il C.A.R., il corso addestramento reclute che durò qualche settimana) e la sera in branda lo accendevo sempre prima di mettermi a dormire.
Tra gli ascolti preferiti c'era proprio questo ellepì, LP come Long Playing anche se in realtà dura poco più di trentasette minuti, riversato su cassetta per comodità. Il volume di ascolto era alto, tanto da farmi prendere qualche richiamo dai commilitoni maggiormente orientati al sonno, ma non vedevo alternativa, tanto mi pareva irresistibile.

Ebbene, dopo tanti anni (tanti, dal 1988 a oggi) ancora non mi ha stufato e ancora, se mi fermo ad ascoltarlo, scatena forze che non pertengono a un solo ambito, che non si limitano all'apprezzamento strettamente musicale né a quello di eventuali evocazioni nostalgiche. Sono forze che turbinano attorno e dentro all'essere come un doppio vortice costituito da una sorta di gioia vorace, paragonabile a certi bacimorsi dati e ricevuti in contesti più che appassionati, e da una sottile venatura malinconica, lama capace di aprire i boccaporti interiori facendo inondare il cuore di mari salati.

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a cura di Giulio Pianese

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