Con un cielo coperto che solo per un senso di decenza o forse d'imbarazzo esita a scaricare neve, ché l'aria sarebbe quella, l'esitazione nel prendere la strada di casa necessita del calore di qualche risata in più e poi ristà al colore di un semaforo presso il quale indugiare inutilmente a contemplare nel paesaggio suburbano il passaggio di un bus interurbano il cui verde ornato di lucine sfreccia al passo cadenzato di una tabella oraria tra fermate deserte o disattese.
La musica in apparenza è quella di una radio qualsiasi, indesiderata, ma l'ascolto vero zampetta oltre, nel tempo e nello spazio, tra ricordi e desideri di note, lontani, e recentissime impressioni corporee ballate e godute passo dopo passo. Musiche da ascoltare e da vivere che in qualche modo già segnano il calendario prossimo venturo, qualunque cosa succeda. Passi pronti a gonfiare vele di soddisfazioni condivise, come una rosa dei venti disegnata sul pavimento di una milonga dal movimento di quattro piedi in sorridente sintonia.
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