08 novembre 2012

Piccola acquatica banalità

Quando ci sono le onde e ti metti lì apposta, dove ancora si tocca, a farti sbatacchiare, è divertente. Se invece non sei lì apposta e le onde sono tali da moltiplicare la paura più del gusto, è meglio non tentare di toccare, ma lasciarsi innalzare e abbassare dal moto ondoso stesso, facendo solo attenzione a respirare, piano, quando c'è aria e a non farlo quando c'è acqua. Un po' di vigilanza nel lasciarsi andare, dunque, sembra una buona ricetta balsamica, gorghi esclusi.

4 commenti:

  1. In caso di gorgo, amico mio, occorre evitare di contrastare la trazione verso il basso annaspando verso la superficie, ch'è il modo migliore di annegare, e nuotare invece verso il basso per un po' assecondando il vortice finché non si riesce ad uscire lateralmente sfruttando la forza stessa del gorgo e riguadagnare la superficie. Occorrono lucidità e buoni polmoni, non so ben dirti se anche questo si presti a una metafora della vita, ma forse ma forse ma sì.

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    1. Giusto, Gilga! Come metafora la vidi usare da Enzo Baldoni nella mailing list della Zonker's Zone, e direi che è azzeccata.

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  2. c'è una bellissima giornata e penso di recarmi al mare, con il costune ed una chitarra, un libro, della carta e penna..delle matite ed un panino per pranzare lì ed amare questa giornata gioiosa e sfolgorante per il suo splendido sole...recuperando la gioia dei raggi di sole visti in città..in una città e che abbracciavano ipalazzi di antico valore.
    Stella*

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  3. no anzi la chitarra proprio no!!!! meglio una bici e nelle ore più calde...e senza metafore... tutto reale e semplicemente così...perchè il semplice è bello e sorprende, senza artefici e inutili parole. che bellissima giornata!

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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