La nostalgia, lo dice l'etimo stesso, ha a che fare col dolore. Ne esiste anche un tipo dolce, più affine alla malinconia, ma in ogni caso, come illustrava un vecchio appunto, ha effetti deleteri sia sul ricordo, sia sul presente.
La nostalgia, se è dolore per una distanza che si andrà a colmare, può essere una cosa bella, perfino una molla, che da struggimento si muta in fecondo sentimento. Se invece tale distanza risulta incolmabile nel tempo o nello spazio, lo struggersi rischia di acquisire il prefisso "di", foriero degli effetti deleteri di cui sopra.
La nostalgia, spesso, poggia non già sul ricordo, ma sul ricordo di un ricordo. Il ricordo di un ricordo è come il pensiero di un pensiero, come una cartella d'archivio di cui si veda solo il titolo a richiamarne il contenuto, che non sarà aperto. Al contenuto dei ricordi autentici non si accede così, in modo sistematico: quello va bene tutt'al più per una veloce rassegna.
Il ricordo vero è quello che t'avvolge improvviso, come un singolo flash multisensoriale scaturito da chissà quale sinapsi, e sarà una soave madeleine se non lascerai che la nostalgia se lo mangi, ma se sarai tu a sbocconcellarlo sorridendo a te, a quel che è stato e a quel che sarà.
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Bonus musicale: Kika che canta Audioricordi.
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la memoria involontaria
RispondiEliminaStella*
buonanotte
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