14 ottobre 2012

Dolce dormire

Una delle prime espressioni che volli imparare andando in vacanza in Grecia fu "diplò crevàti" (vado a memoria, né sto a controllare la traslitterazione), ossia "letto matrimoniale", perché dormire insieme era importante, essenziale. Non ho mai capito le coppie da letti separati, a me davano fastidio perfino i materassi indipendenti. Ho sempre trovato irrinunciabili i contatti semincoscienti del sonno condiviso.
"Certo, facile per te che non hai difficoltà a riaddormentarti a ogni sveglia imprevista, ma pensa cosa dev'essere per gli insonni cronici o per chi ha il sonno delicato assuefarsi all'involontaria invadenza altrui, alle differenze di temperatura, alla colonna sonora dei respiri più o meno pesanti, ai sogni, agli incubi, alle apnee, ai desideri improvvisi o ai momenti rubasonno di una buonanotte interminabile o ancora alle abitudini più diverse."
Boh, sarà, però già se stai a fare tante storie, se non entri in risonanza come con le fusa di un gatto, significa che quella comunanza non fa per te. E in effetti, pure per me che amo la vicinanza fino all'intreccio degli arti, dormire insieme è cosa intima assai, cui anelare solo in casi rari. Peraltro anche stanotte, come tantissime altre notti, dormo da solo (e forse, come già fu detto, qualcuno dorme nel posto sbagliato).

3 commenti:

  1. Condivido in pieno. Se non c'è comunanza, se agli intrecci e perfino la veglia a chi dorme e sogna, guardandolo con dolcezza e carezzandolo piano, per non svegliarlo...beh! Non è un granchè il dormire assieme senza contatto, ma potrebbe anche andare avere un minimo di contatto, il dorso della mano sfiorare l'altra o un abbraccio in gamba!!!
    Bella l'espressione di: "irrinunciabili contatti semicoscienti del sonno condiviso", credo che dopo questo non ci sia altro da aggiungere, rende a pieno il concetto, ma purchè ci sia accanto la persona giusta!
    Stella*

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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