Si fa buio, la notte arriva sempre più presto subito dopo il veloce crepuscolo. Prendi una candela, l'accendi, illumina. Passa un giorno, breve, un po' coperto, torna la sera quasi all'improvviso. La prima candela ti serve per accenderne una seconda e constatare che è ancora vero: non perde niente della propria luce e insieme, per un istante, creano una fiamma più alta.
Se non hai una menorah vai con un candelabro qualsiasi, anche una bugia se lasci che il tuo cuore dica il vero e se non ci son candele usa i lumini, anche su un piattino o in una rana portalumino o dietro una casetta di natale con le finestrelle che fiammeggiano quando accendi lo stoppino.
Sarà comunque una festa delle luci se lo vorrai, perfino se non credi a questo o a quello, se gesto dopo gesto al ritmo del respiro incendierai l'istante d'un tenero sorriso. Perché sei questo e quello: lo spirito è concetto e insieme guizzo, pertiene all'intelletto e pure un poco al guitto. Così per cianuccà, almeno per un po', si mischia una preghiera a un motto di Totò.
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