Temporalone annunciato da scariche elettriche a rischiarare lo sfondo violaceo, celeste megaschermo in tilt fino al salutare copioso sfogo refrigerante.
Si respira e ci si può acquattare sotto ciascun gocciolone, lasciar sciogliere i dubbi o almeno i nodi, replicando un replicante.
E poi, in fretta, nuotar lontano da qui, nel recente ricordo di un bagno sotto la pioggia improvvisa: "A questo punto, meglio andare in mare: acqua sopra, acqua sotto." Pepite temporalesche grosse e rade, l'effetto d'un abito con perline a pelo d'acqua. Però non di gusto sciatto da umano manufatto, ma bello di natura, così l'occhio s'incanta e ringrazia del privilegio. Quindi riosserva il quadro, cogliendo mille e mille capezzoli del mare femmina che scaturiscono infiniti ad allattare la vista, ad allettar dello sguardo il sorriso. Infine, mutandosi il rovescio in pioggia leggera, produce tanti e innumerevoli cerchietti per le olimpiadi del plancton e degli scarichi abusivi.
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