24 ottobre 2005

Musica nel sangue, anzi nell'amnio

Tempo fa scrissi di una mia singolare predilezione per alcuni brani degli anni trenta (e vi insistetti).
Il fatto suscitò la curiosità telematica di Grazia, musicoterapeuta: dopo avermi chiesto l'età, ipotizzò che la mia inconsapevole attenzione per alcune canzoni degli anni '30 fosse dovuta a ragioni genetiche.
Il fatto che tu hai sentito "quella inconsapevole" necessità è perché quelle canzoni erano nel DNA di tua madre... Probabilmente la tua nonna quando l'attendeva ascoltava quelle canzoni. Sarebbe interessante riuscire a fare una ricerca in merito. Al quarto mese di gestazione il bambino ha la facoltà di sentire i suoni, le voci, le musiche...
Io stessa non capivo perché da bambina fossi affascinata dalla musica di Puccini: scoprii poi che era la passione della mia bisnonna, anzi lo stesso Puccini aveva frequentato i salotti del mio bisnonno...
La tesi mi pare affascinante, ma nella fattispecie non potrei avvalorarla, specie in considerazione del fatto che mia nonna nacque e crebbe in ambiente contadino, i cui già scarsi contatti col mondo del pentagramma furono ulteriormente affievoliti dall'autarchia imperante negli anni del triste ventennio fascista, che a quanto ne so ostacolava la diffusione di musica straniera.

D'altro canto, è pur vero che mi piaciucchiano anche i brani italici di quel periodo, come quelli rammentati da Zio Burp (Mille lire al mese, Maramao...) e reperibili nella raccolta acquistata in superoffertascontata qualche giorno fa al popopunto qui dietro l'angolo (auguri per la creatura!).

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a cura di Giulio Pianese

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