Aveva le mani nodose e gli occhi buoni, l'andatura antica e il cognome di un grande scrittore che quasi certamente le era ignoto.
Abbastanza maschilista da stupire vedendomi stendere le lenzuola: "Ma sua moglie non c'è? Cià che l'aiuto io" e da giustificare a suo modo la scelta femminista di rifiutare per tutta la vita l'idea di sposarsi: "Ho lavato già abbastanza panni per gli altri, senza doverlo fare anche per un marito."
"Sono nata il dieci del dieci del millenovecentodieci", diceva, orgogliosa di salire senza aiuto a novant'anni suonati i sessantasei gradini fino al terzo piano. Per anni sperai nell'installazione di un ascensore nel palazzo, ché potesse goderselo per un po', ma cincischiarono tanto e tanto a lungo che fece in tempo a prendere quello definitivo.
L'unico regalo di compleanno che riuscii a farle accettare fu un vasetto di marmellata casalinga, e fu mia la sua gioia nel vedersi, per una volta, oggetto di attenzioni gratuite.
La ricordo ancora con viva simpatia: anche senza frequentare le rispettive dimore, su questi ballatoi capita di affezionarsi, a certe persone.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.