In uno strano sogno
ricordo ch'era giugno
volevo farmi un bagno
e quel che non si può
Nuotavo nello stagno
e feci il mio bisogno
quando un regale cigno
il collo sollevò
Voleva dirmi il cigno
Non sai che questo stagno
è mio esclusivo regno
ma te ne vai o no?
M'avvidi del suo ghigno
che gli alterava il grugno
ma non intesi il segno
e nacque il qui pro quo
Non tesse tela ragno
se non per suo disegno
Quel dì fatale il cigno
crudele mi beccò
Io di dolore pregno
piangendo me la svigno
mi guardo e mi ripugno
Oddio, come farò?
La fronte coglie il pugno
con forza di macigno
rabbioso mordo il legno
non mi do pace, ohibò
Ne dolgo e mi vergogno
per colpa di quel bagno
rinchiusi nello scrigno
gioielli più non ho
Stramaledico il cigno
che con furore indegno
in mezzo a quello stagno
mi mise kappaò...
Mi sveglio al tuo sogghigno
benefico convegno!
Fanciulla mia di sogno
felice ti farò.
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.