25 ottobre 2004

Si è fatta una certa ora

Sabato al Pueblo credevo di essere arrivato tardi e invece alle 23 passate la serata aveva ancora il futuro davanti a sé.
Mi sono potuto godere l'esibizione di due spaventapassere, scoprendo così altre doti di Silvia-guardachesonomagica-Bandini, scolando nel frattempo una serie di buoni intrugli, brindando con Pros-it, ballucchiando con Kiara e Axell, rivedendo l'intero faceroll torinese e incontrando per la prima volta Blulu. Gin tonic nel bicchiere e negli occhi Tequila, ovvero il sole anche di notte.

Poi, le lunghe chiacchiere con Arsenio e Muliera, con abbracci e risate e sentimenti e rozzate e tutto gustato per bene, ché il Bravuomo se lo tieni lontano dal Negroni e lo abbeveri a gintonic sente l'effetto benefico del chinino e non soffre di ciucca cattiva.
Quei due mi hanno cullato il cuore e poi scortato fino all'incrocio giusto, ma Milano era troppo in là e così sono andato a dormire a Chieri, dove una bella femmina mi aspettava con ardente impazienza.

Educatamente, ha atteso però il mio risveglio per dichiararmi il suo amore con un discorso muto, a tre millimetri dalla mia palpebra semiaperta nella luce del mattino. Tutto in lei richiamava il contatto fisico e nel rincoglionimento assonnato capivo bene quanto desiderasse le mie coccole: l'occhio adorante, il naso fremente, il corpo a contenere lo spasimo... e invece le è toccato riaccucciarsi, ubbidendo al cavernoso monito da giornodopo: "Meg, vai al posto tuo!"

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a cura di Giulio Pianese

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