Ipse dixit: "Zu ha capito tutto: alle discussioni non partecipa, ma alle feste non manca mai."
Dopo tale lusinghiera sentenza, caro Effe, mi sono ripromesso di traviarti al più presto, trascinandoti nei gorghi del divertimento pulsionale e godereccio, benché sia certo che perfino nei pressi della cialtronaggine pazzariella e triviale, la tua rimarrà una commedia dell'arte garbata e colta.
D'altro canto, lo ammetto: anche sabato pomeriggio, in effetti, ero più attento alle persone e ai dialoghi occasionali che non ai discorsi orchestrati e microfonati. Della presentazione del concorso, per esempio, ricordo soprattutto il calore dei toni da contralto di Barbara: insomma, la musica più che le parole.
Quando poi hanno illustrato le nuove iniziative editoriali, ho ascoltato quel che già sapevo dei libri su richiesta (i blogbook di Jumper), dell'invenzione di Zop già adocchiata in pausa pranzo (il libro-rubrica Laura immaginaria), della raccolta di racconti La notte dei blogger.
Ho assistito anche allo strano dibattito successivo (una domanda e cinque risposte), una specie di mini-riedizione dal vivo di quanto era già avvenuto nei commenti di Herzog.
E non vi ho aggiunto domande e considerazioni, non al microfono almeno.
Perché una domanda in realtà l'ho formulata, ma l'hanno udita solo le mie vicine di posto (ranafatata ed e.l.e.n.a.).
È stato quando Violetta ha dichiarato: "Mi farei tagliare un braccio e pure l'altro per essere quell'adolescente in preda a pulsioni ormonali..."
Mi sono chiesto, a mezza voce: "Ma un adolescente senza braccia in preda a pulsioni ormonali, dico, come farebbe a farsi le seghe?"
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.