20 marzo 2004

Forse siamo in tempo

Dicevo: Fugge, corre, svanisce, oppure
Concentriamoci su quell'oppure, con l'ausilio di due brani che riporto di seguito.

Il primo è tratto dall'Hagakure e l'ho trovato sulla pagina di Gaspare:
Di certo esiste solo il particolare scopo del momento presente. Tutta la vita è fatta di attimi che si susseguono. Una volta compresa questa regola fondamentale, il samurai non deve più manifestare impazienza né porsi altri scopi. L'esistenza scorre semplicemente.
Tuttavia le persone tendono a dimenticare tale precetto, pensando che esista sempre qualcosa di più importante. Pochi capiscono il valore di questo principio. Non si può imparare a conformarsi alle proprie decisioni senza perdere la Via, se non dopo una certa età, ma, una volta raggiunta l'illuminazione, anche se non se ne ha chiaramente coscienza, la determinazione è sempre presente. Se ci fissiamo in questo stato di attenzione continua, raramente ci sentiremo confusi, poiché così restiamo fedeli ai nostri principi.

L'altro è stato seminato da Gilgamesh tra i commenti di Herzog:
Una volta un uomo, pensando che la vita fosse troppo breve per tutte le cose che ci sono da vedere, da fare e da provare, si mise alla ricerca della vita eterna.
Arrivò fin quasi ai confini del mondo conosciuto; antiche leggende del suo popolo dicevano che ad Oriente vi era un giardino, e là avrebbe trovato qualcuno che conosceva il segreto dell'immortalità. Era un tipo ostinato, e non si arrese di fronte alle difficoltà: attraversò deserti, guadò fiumi in piena, scalò montagne e navigò per mare.
Durante il suo viaggio incontrò, in una città di mare, una persona che faceva la sua stessa ricerca. Conversando, convennero che sarebbe stato bene unire gli sforzi, e si misero in cammino. Di fronte al fuoco del bivacco, una sera, il nostro eroe chiese al suo compagno di viaggio da quanto tempo fosse alla ricerca della vita eterna, e questi senza scomporsi gli rispose che erano ormai quasi novecento anni: era un potente stregone, e conosceva sistemi per prolungare la vita, ma non per renderla eterna.
Trasecolando, domandò come avesse impiegato tutto questo tempo e lo stregone scrollando le spalle rispose che non aveva fatto altro che cercare il segreto dell'immortalità, vagando da un continente all'altro. L'eroe comprese allora, in un lampo d'illuminazione, che non è la quantità di tempo a disposizione che cambia le cose, ma come s'impiega la quantità limitata di tempo che abbiamo a disposizione: mille anni, diecimila, possono non essere abbastanza se non si vive una vita degna d'essere vissuta.
Abbandonò la ricerca, tornò alla sua città e ricercò la felicità nelle piccole cose: la lealtà di un amico, l'amore di una compagna, la gioia di crescere un figlio. E curiosamente, l'immortalità che aveva cercato e che gli era sempre sfuggita trovò lui.

Entrambi preziosi per aiutarci nel difficile compito di provare a percorrere la via più semplice.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

scrivimi