10 marzo 2004

Essere di versi

L'ho mai detto che sono fortunato? Credo di sì. L'altra sera, a margine dell'incontro con Jodorowsky, ho passato un po' di tempo con tre persone conosciute lì, venute appositamente dal Canton Ticino. Il piacere della conversazione e della presenza fisica hanno decisamente incrinato i miei pregiudizi sulla personalità elvetica. Per quanto si possa trattare di Svizzeri atipici, questa piacevole sorpresa è la dimostrazione che ogni avvicinamento può contribuire a demolire la stupidità dei luoghi comuni, buoni giusto per le barzellette.
Evidentemente non paga di sorprendermi, Manu, da me sollecitata per uno spunto o un'impressione, mi ha mandato dei versi che sono contento di poter pubblicare qui:
Non odo, ma Jodo
Come risvegliare i sensi
Come ti senti
Quando materializzi lo spirito
Intinto in quel credo
Ateo che spiritualizza
Ciò che non vedo ?
Odo Jodo la rima
Che tuo padre Jaime
Porta in sé come un mastino
« J'aime », il tuo destino
scritto nelle gesta goffe
di un bimbo d'anima.

(Manuela Pagani)

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a cura di Giulio Pianese

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