31 gennaio 2004

Guardando in su

L'altro giorno sfogavo così un accesso malincomico: Datti a me luna, porgiti croissant. Di te mi nutrirò...
Ma non è che stia sempre a parlarci con gli astri. In genere mi limito ad ammirarli, con tanto di oooh di stupore ed eventuali commenti compiaciuti se non sono da solo alla finestra.

Specialmente in queste settimane che ci stanno regalando l'esibizione quotidiana di diversi pianeti. Da qui posso seguire le traiettorie di Marte la sera tardi e ammirare lo stabile splendore di Giove la mattina presto.

C'era un tizio che dipingeva mandala per poi ricoprirli di nero. Comportamento in apparenza assurdo, però chi andava a visitare la mostra li osservava con altri occhi sapendo che presto non sarebbero più stati visibili.

Nella cerchia metropolitana anche una cosuccia altrove banale come la visibilità della volta celeste è un privilegio raro. Anche da questo deriva l'ingenua gioia di riconoscere quei punti brillanti così lontani e così vicini. Ciò che per noi avrà una fine diventa prezioso.

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a cura di Giulio Pianese

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