Lo stallo lo conosco bene: un meccanismo contro il quale ti sembra di non poter far niente, nemmeno sbattere la testa contro il muro perché capisci che non servirebbe né a te né alle circostanze.Sono solo parole, lo so, ma a noi piace scambiarcele.
Eppure lo stallo è anche un momento di evoluzione, personale e generale: sotterraneamente le acque stanno continuando a scorrere, e l'acqua trova sempre un pertugio da allargare, una via da scavare, per giungere infine al mare e mescolarsi alla sua sorella salata.
L'ho visto con i miei occhi, nelle Grotte del Bue Marino, create dai fiumi interni alla montagna, fiumi che non solo sono riusciti nel loro intento, ma che hanno creato capolavori di scultura erodendo la roccia e poi abbellendola di stalattiti, stalagmiti e mille altre formazioni calcaree. Pensa, la bellezza creata da una cosa ripugnante come è il calcare per noi casalinghi.
Dunque la fiducia, perché da qualche parte una stilla di fiducia esiste sempre, va protetta e coccolata, va lasciata proliferare perché moltiplichi le sue forze goccia a goccia e pian piano si faccia fiume, via d'acqua sotterranea e inarrestabile, cristallina ed efficace senza nemmeno bisogno di ricorrere alla violenza per farsi strada.
Una strada che la natura le cederà, le dovrà cedere per il corso naturale delle cose, perché l'universo così vuole. E un giorno quel corso d'acqua tornerà a riveder le stelle.
28 agosto 2003
Lettera a Bea
Su mariemarion mi ha ringraziato pubblicamente, così le ho chiesto l'autorizzazione a pubblicare un estratto di quanto le avevo scritto in privato. Ecco qua:
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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.