12 luglio 2003

Scrivere anche in sogno

Al risveglio stamane andavo cercando quel foglio di giornale su cui la notte avevo scarabocchiato alcune fondamentali intuizioni. Nel rincoglionimento dell'alba biologica mi stupivo di non trovarne traccia, poi con la dovuta lentezza mi sono reso conto di avere sognato quella scena e di non ricordare affatto che cosa avessi scritto.
Questo smarrimento non mi costerna, perché ricordo le lezioni dei libri e della vita. Al luna park, per esempio, dove la tizia del tiro a segno osservava che ogniqualvolta finiscono i colpi nel fucile ad aria compressa, secondo il cliente il tiro mancato era sicuramente un centro. Oppure in una risposta di Hitchcock a Truffaut che lo intervistava, quella del regista che svegliatosi nel cuore della notte con un'idea geniale, ansioso ed entusiasta la appunta su un foglietto lasciato appositamente sul comodino e quando al mattino va a guardare questo nuovo spunto per una fantastica storia, legge: "Un ragazzo incontra una ragazza".
Nessun rammarico dunque per le parole perdute. Considerazione invece per la forma mentis che porta a scrivere o a desiderare di farlo in ogni momento della vita. Quasi come gli scrittori autentici di cui riferiva Bea tributando un giusto riconoscimento a b.georg. O più modestamente, un sorriso sulla deformazione che porta a formulare i pensieri direttamente in forma di postLeonardo).
Comunque la si metta, ammettiamolo: siamo malati di scrittura. Eppure, contenti di esserlo. Perché scrivere non è solo osservare ma anche conoscere, non solo descrivere ma anche confessarsi, non solo dare forma verbale alle sensazioni ma creare lo spazio interiore per svilupparle. Perché scrivere aiuta a crescere e io sono ancora troppo basso per non sentirne il bisogno.

P.S.: nei commenti (leggeteli, ne vale la pena) Leo mi fa notare che la frase da me attribuitagli è in realtà della Pizia. Spostiamo dunque la consonante: LEO > ELO e poniamo così rimedio alla mia approssimazione, dovuta all'aver citato a memoria senza la possibilità di controllare, privato com'ero del mio abituale collegamento.

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a cura di Giulio Pianese

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