06 febbraio 2017

In sbatta per la musica

Se ti senti giù di giri, mettine su quarantacinque.

Qualora non cogliessi immediatamente il senso di questa frase, ti toccherebbe viaggiare un po' a ritroso nel tempo, fino a incontrare solchi neri apparentemente circolari, ma in verità disposti a spirale su un materiale plastico chiamato vinile e utili a trasmettere l'informazione sonora, attraverso l'azione della puntina e della testina fonografica, per far uscire dalle casse la musica selezionata.
I 45 giri erano i singoli, con una canzone per lato, in genere quella di maggior successo più una mezza sorpresa. Tale successo veniva un tempo misurato settimanalmente da una classifica che si ascoltava alla radio, la Hit Parade presentata da Lelio Luttazzi (ReAnto R la sta riproponendo sul suo blog).

Pensa che sbatta, dover inserire ed estrarre un disco dal mangiadischi, o addirittura sistemarlo sul piatto dello stereo posizionando poi la puntina sui primi solchi, solo per sentire una canzone.
Personalmente, l'ho fatto molte più volte con i 33 giri, grazie ai quali per lo meno ti ascoltavi un'intera facciata, variabile come lunghezza tra il quarto d'ora abbondante e la mezz'ora scarsa. Il gesto, però, quello è rimasto nella memoria tattile, con le mani attente ad allargarsi per non far capitare i polpastrelli sulle tracce sonore nel momento in cui si estraeva l'ellepi dalla copertina, usando il pollice per il bordo esterno e il medio per sostenere il disco dal centro, dove stava l'etichetta. In un pomeriggio di studio liceale, mettevo come sottofondo parecchi tra i miei preferiti dell'epoca (che in alcuni casi continuo a preferire anche ora, per esempio Neil Young o i Jefferson Airplane) e mi alzavo di conseguenza dalla scrivania tutte le volte che serviva.
Con la pigrizia attuale, viziati dal clic facile, quella piccola fatica costituirebbe già un vaglio selettivo severissimo.

Sesta settimana: tu per quali dischi faresti volentieri quella piccola fatica?

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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