18 luglio 2015
Cavalli selvaggi
Wild Horses dei Rolling Stones è un brano magico e malinconico insieme.
In questa esecuzione dal vivo di una decina d'anni fa c'è come ospite nientemeno che la voce dei Pearl Jam. La cosa curiosa è che Eddie Vedder, indubbiamente un grande, qui, accanto a un vero e proprio mito come Mick Jagger, a tratti sembra uno scolaretto intimorito.
La soggezione invece andrebbe spazzata via quando si fa qualcosa insieme, tanto più che l'incontro tra generazioni diverse, preso dal verso giusto, può portare ricchezza in entrambe le direzioni, almeno per un po'.
Ora basta con le riflessioni sagge, altrimenti sembra che stia diventando vecchio e invece fino a oggi sono solo 52.
Vado avanti con la stessa energia insita nell'espressione idiomatica attorno alla quale gioca il testo: wild horses / couldn't drag me away significa che niente può strapparti a ciò cui tieni.
E nel finale, quando si torna al significato letterale: wild horses / we'll ride them some day, l'immagine evocata è bella e piena di futuro, di natura e di pluralità: cavalli selvaggi, un giorno li cavalcheremo.
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