23 gennaio 2012

Good-bye, David

Tanti anni fa, a proposito dei colleghi traduttori appartenenti alla mailing list Langit (da me frequentata per parecchi anni in passato), scrivevo di un'allegra brigata che nell'ubiquità si fa fulgido esempio di commistione, coabitazione di differenze negli atteggiamenti e nell'essere, nella comunicazione con l'altro e nella percezione del mondo. Dei veri meticci culturali, della cui amicizia sono orgoglioso.

Oggi ho saputo che uno di loro, David Henderson, non c'è più. Nel tentativo di contrastare il gelo che mi ha pervaso nell'apprendere la notizia della sua morte, ho scritto dopo tanto tempo un messaggio in lista:
David è stato una persona preziosa: impeccabile a livello professionale (ho avuto la fortuna di collaborare con lui in diverse occasioni), propositivo nelle interrelazioni (uno dei migliori esempi di partecipazione utile nelle varie liste), simpaticissimo nei momenti conviviali (ripercorro con la memoria i primissimi raduni di Langit e sono ricchi di risate e discorsi, nonché di ottimi brindisi), capace in ogni occasione di mettere la sua intelligenza e l'acume analitico al servizio di ogni conversazione (anche una telefonata amichevole si arricchiva delle sue analisi socio-economico-culturali sull'ambito professionale e cittadino, di cui aveva colto in anticipo l'effervescenza). Per come l'ho conosciuto, David è uno che ha saputo vivere con gusto l'esistenza e la parola.
Condividere il dolore è servito a sgelarmi, ma ravvivando il ricordo è subentrata l'incredulità.


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Ne scrivono anche:
- Gianni Davico, David Henderson, in memoriam e David, il commiato
- Maria Cristina Caimotto, Un ricordo di David Henderson

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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