08 luglio 2011

Il cielo poi alla fine non cade mai

Un vero e proprio lavacro, a ripensarci. Forse una nuvola impazzita o chissà che, da su di botto scarica un temporalone battente*, non s'accontenta e rinforza con grandine, grossa, a picchiare su vetri e metalli; precari anfibi su ruote sollevano giochi d'acqua sui percorsi allagati mentre si procede verso il sole; tempo da arcobaleni, ma nisba, però i colori sono comunque più belli all'uscita da quell'autolavaggio celeste e non importa se poi i piedi si bagnano, non importa se niente di grosso è cambiato, perché basta un po' d'acqualuce nuova per sbattezzarsi e ribattezzarsi, un raggio di voce per risorridere al mondo un momento, anche senza l'arcobaleno, benché con l'arcobaleno sia meglio, si sa.

*stavo per scrivere in automatico "battente bandiera liberiana".

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a cura di Giulio Pianese

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