31 gennaio 2025
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31 dicembre 2024
Una specie di augurio
Quando arrivano le scadenze si cerca di rispettarne il termine, e le ricorrenze, perlomeno alcune di esse, quando si affacciano sembrano invitarti a non lasciare le cose a metà.
Provi a ubbidire, ma sai che inevitabilmente, prima o poi, le cose a metà le dovrai lasciare per forza, perché la vita è un'incompiuta e non si può arrotondare, a meno che non si tratti di quella che tende a prorompere poco sopra i fianchi.
Il cambio dei calendari alle pareti è uno dei momenti capaci di imporre una certa solennità, un po' comica se applicata a piccoli gesti domestici. Addomesticarsi ai rituali è però un conforto diffuso, un modo di trovare punti di riferimento nell'enorme vastità degli istanti, che se condivisi moltiplicano proporzionalmente il proprio valore alla percezione, aumentando le probabilità di godimento.
Però qualcosa manca, e perciò una specie di augurio sia quello di capire che ciò che vuoi è già lì, anche se magari occorre la pazienza di vederlo germogliare, dopo la speranzosa semina e l'amorevole accudimento.
30 novembre 2024
Chimico benessere
Stendo fuori. Tempo due o tre minuti e vedo, controsole, il fumo uscire dalle magliette appese. È vapore, che bello! Sorrido alla natura e alla termodinamica, e a me che con l'andar del tempo non perdo l'entusiasmo per le piccole cose.
Oggi è sant'Andrea*, patrono della Scozia, dove andrò forse un altr'anno, non il prossimo. Così si chiude novembre, mese tra alti e bassi, ma mi rammento che è bene ricordare ogni momento in cui si è stati felici, o sereni, o in pace, scoprendo che non sono pochi. E che è bene farlo sorridendo, con il concreto beneficio delle sane dopamine che autorilasciamo per il nostro chimico benessere.
* auguri a mio nipote!
30 settembre 2024
Baluginii
30 agosto 2024
Oggi per domani e oltre
31 luglio 2024
Zampine
30 giugno 2024
Piccola cronaca
L'oleandro è fiorito bene; sul balconcino esposto a sud tutte le piante vivono felici: ho perfino gustato qualche pomodoro (datterini e sardi) nato e maturato lì.
L'esame l'ho passato, benissimo, conseguendo ufficialmente l'abilitazione all'insegnamento dell'inglese (la seconda, giacché la prima l'avevo presa per sbaglio in francese, avendo clamorosamente equivocato sulla classe di concorso al momento della frettolosa iscrizione due anni prima, in piena era Covid).
Nel frattempo, è passato anche il tuo quinto non-compleanno, papà Umberto, che manchi e ci sei.
31 maggio 2024
Su, coraggio
L'oleandro sul balcone sta fiorendo, sempre che la grandinata non l'abbia fatto fuori. Domattina, se farò in tempo, darò un'occhiata.
Ho una prova di abilitazione tra tre giorni e mi torna in mente Eduardo De Filippo, Gli esami non finiscono mai: visto che ho già superato i sessanta, a quanto pare aveva ragione lui.
Si possono sempre scovare motivi per essere lieti tra una tragedia e l'altra, purché non bombardino noi. E non mi riferisco alla grandine.
Tra meno di una decina di giorni ci sono le europee: pur senza entusiasmo, a votare andiamoci, ché quelli là sono pericolosi, anche un secolo dopo.
La stanchezza non vale come scusa.
Tra parentesi, non vedo l'ora di tornare a ballare, soprattutto perché al momento me ne devo astenere per prepararmi all'esame; ma in fondo è solo per qualche giorno, De Filippo non avrà ragione del tutto... a parte le inevitabili incombenze legate agli esami dei miei alunni di terza media!
Come, scusa? La stanchezza non vale?
29 aprile 2024
Ora e sempre (resistenza)
per tornare a ballare.