29 febbraio 2020

Un po' di rincorsa

Ho parecchie cose in mente, da raccontare e da mettere in atto. Lo farò a partire dal mese prossimo, cioè domani. Il giorno in più, malgrado il grigiore e il freddo, ha pur riservato momenti utili e istanti godibili. Di sicuro ne verranno di migliori, ma la lezione da ricordare è che nessun granello di sabbia di questa clessidra va sprezzato: in retrospettiva potremo coglierne le cromie e accoglierne le tonalità col sorriso, anche quelle pastello.

28 febbraio 2020

Tempo in più

Il privilegio di avere a disposizione un giorno in più per via dell'anno bisestile non è certo da poco. Se ci pensi, è un po' come con il ritorno dall'ora legale all'ora solare, quando ti pare di guadagnare un'ora. Essendo il tempo la cosa più preziosa, si tratta di un gran bel regalo.

O no? Beh, è vero che tanti posti in cui vorresti andare sono chiusi, molte persone che vorresti rivedere sono rintanate, che tu stesso ti rintani volontariamente e per senso di responsabilità eviti di fungere da catalizzatore d'incontri e ammassi umani, dunque il rischio è che quel regalo non venga goduto appieno.

A contrastare tale rischio, due piani: uno pratico e uno più sottile. Il primo consiste nel saper sfruttare l'occasione per risolvere questioni rimandate, svolgere compiti trascurati, porre attenzione a particolari dimenticati, insomma: riuscire a mettersi in pari (o almeno, procedere in quella direzione).

Per il secondo, occorre esplorare le diverse sfumature del tempo, a partire dai quattro vocaboli e relativi concetti del Greco. Non l'ho mai studiato (ho fatto lo scientifico), ma sono lieto di accontentarmi di poter contare su wikipedia:
Gli antichi greci avevano quattro parole per indicare il tempo: χρόνος (chronos), καιρός (kairos), αἰών (Aion) e ἐνιαυτός (Eniautos). Mentre la prima si riferisce al tempo cronologico e sequenziale, la seconda significa "un tempo nel mezzo", un momento di un periodo di tempo indeterminato nel quale "qualcosa" di speciale accade, la terza invece si riferisce al tempo eterno e la quarta indicava un anno.
Già solo essere consapevole dell'esistenza di una tale raffinatezza terminologica fa svanire ogni remoto rischio di potersi annoiare. Qualcosa di bello e di divertente si troverà sempre, come sapevamo fare da bambini.


a cura di Giulio Pianese

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