16 settembre 2012

Gardaland

Sono abbastanza allenato a prendere il meglio di quel che c'è, riuscendo così quasi sempre, in qualche modo, a godermela. Non ha fatto eccezione questo fine settimana passato in una bolgia esagerata, un luogo carico di promesse che si traducono però in assurde musichette assordanti, una meta che sfoggia attrazioni di prim'ordine per raggiungere le quali però tocca sacrificarsi in attese quasi interminabili, un'enorme macchina mangiasoldi travestita da paese dei balocchi, un'illusione truffaldina tritapazienza. Nonostante i però, comunque, le esperienze vissute tra sabato e domenica sono state degne di essere, anche grazie alla compagnia.

Il primo giorno ho iniziato a consumare una Adrenaline Express con Lorenzo (mentre la Caju ha scelto di aspettare con un gruppo di amici e amiche), sparandoci per due volte le montagne russe, che per me erano quasi un inedito: credo, e non ne sono nemmeno sicuro, di esserci salito in precedenza solo una volta, alle Varesine. Dunque, primo tabù infranto, con il doppio giro della morte replicato in due corse ravvicinate, e grande divertimento. Abbiamo continuato con il Blue Tornado, e in questo caso era la prima volta anche per il mio cucciolo, che nelle occasioni passate era troppo piccolo per salirci. Mentre ascendevamo ripetevo a voce alta: "Ma chi me l'ha fatto fare!", ma alla fine, malgrado le impressionanti evoluzioni, sulla paura ha prevalso la goduria, come testimonia tra l'altro una ridente foto che appena possibile scansionerò, e ne siamo usciti con un grasso senso di soddisfazione e la voglia di replicare, testé soddisfatta. Dopo una Fuga da Atlantide, una pausa rilassante (rifocillamento alimentare e Corsari in compagnia del resto della combriccola), quindi abbiamo ripreso la via dell'adrenalina con un doppio giro sul Raptor, anch'esso impressionante, soprattutto la prima volta.

Il secondo giorno, oltre a svariate gradite repliche e qualche giretto vario, c'è stata un'altra prima volta per entrambi, anzi stavolta per tutti e tre, dato che anche Francesca è stata della partita: ci siamo azzardati a osare e superando le paure interiori e quelle indotte siamo saliti sulla torre di Space Vertigo, dalla quale si precipita in caduta libera (o almeno questa è l'illusione, per qualche eterno istante fino al momento della frenata che riaccompagna al suolo). Una botta cardiocircolatoria che si fa sentire fino ai polsi e poi l'euforia di averlo fatto, ben raffigurata dalla chiassosa esultanza del gioioso dodicenne.

Il mantra nei momenti ansiogeni preludio a ogni prima discesa era "respira" e ha funzionato davvero, per tutti quanti. Su nessuna delle attrazioni si è sofferto, tranne che sulla giostra dei cavalli, dove per scherzo siamo saliti prima di andarcene: mentre le fanciulle giocavano sui cavallini come quelli del tempo che fu, mi stringevo con mio figlio e altri ragazzini nella "tazza", che i giovani manigoldi subito si adoperavano a far ruotare vorticosamente, togliendoci per un po' di minuti l'equilibrio e financo il ben dell'intelletto.

Alla fine, saluti affettuosi ai compagni di giochi (e di code) e un pensiero di attrazione-repulsione per Gardaland.

1 commento:

  1. Mi è sembrato di rifare il giro per il parco divertimento e come in una mappa visiva, mi raffiguro ogni postazione e la lenta e lunga attesa prima dell'emozione .

    Stella*

    RispondiElimina

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

scrivimi