27 settembre 2010

Una passeggiata

Percorrere a piedi le strade in cui solitamente transiti in auto, camminando di buona lena come se dovessi andare da qualche parte. Percorrerle con una curiosità estranea e tranquilla, cambiando marciapiede per non perdere gli ultimi raggi lunghi, lasciando lo sguardo libero di cogliere particolari insignificanti e di memorizzarli a breve nell'archivio delle cose belle impreviste. Adottare una diversa forma di meditazione, quella ambulante, in cui l'ozio si ribalta in dinamismo da pilota automatico, in cui distacco e vigilanza si scambiano i ruoli nell'accompagnare sentimenti e sensi. Allora trovi l'immagine e la sua verbalizzazione, allora speri anzi confidi che una scintilla di brace stia covando sotto le ceneri ancora quasi calde. Non hai bisogno di chiederti se avrai abbastanza fiato per soffiarvi su, ma se saprai pazientare per non soffocare il rinfocolarsi. Se saprai accompagnare con tranquilla curiosità il sorriso di sentimenti e sensi per non perdere i rinnovati raggi. Percorrere i tempi e gli spazi in cui solitamente transitano i sogni, percorrerli con lo sguardo libero e il cuore aperto alle cose belle impreviste.

06 settembre 2010

Chissà

Magari t'avrei raccontato di cose che orecchie innocenti non devono sentire, magari te ne avrei parlato con dovizia di particolari, magari t'avrebbe fatto piacere, magari stuzzicato fino a sospendere il respiro. Respiro quasi afasico perché il fiato trova un tunnel senza ostacoli e dunque non riesce a risuonare, un bisbiglio sottile è tutto ciò che resta, per ora. Per un'ora forse ti saresti chiusa nella tua stanza, forse ti saresti ascoltata impronta per impronta, blandita nei sensi e nel senso del sé. Se una sorta di connessione, qualsiasi sorta di connessione, si attiva è perché emittente e ricevente funzionano nei medesimi istanti. Distanti, eppure per un momento il gorgoglio degli apparati erogeni avrebbe ammantato tutto quanto, giungendo a zittire l'irritante frustrazione dei tempi lunghi. Per un tempo più prolungato, probabilmente, sarebbero poi stati dei lampeggiamenti di visualizzazioni magiche, quelle nel mio sguardo lontano, a rivelarti nuove e antiche bellezze. Bellezze permanenti di luce anche al buio, come quando guardi la lampada accesa, distogli lo sguardo e si spegne il resto del mondo, per la cecità scintillante. Scintillano gli occhi, stanchi o chissà. Chi sa sorridere saprà farlo anche domani, magari.


a cura di Giulio Pianese

scrivimi