11 novembre 2003

Lost and found

Sono ottimisti, loro: per dire Oggetti smarriti ci aggiungono ...e ritrovati. Hanno ragione. Se è vero che nulla si crea e nulla si distrugge, è logico che quanto viene smarrito sia prima o poi ritrovato. Di questo era sicuramente convinta mia nonna e da lei avevo imparato la tenacia da applicare alla ricerca di ciò che si era perso: un pallone tra i cespugli, un giubbotto dimenticato su un taxi, un portafoglio...
Ecco, il portafoglio: ne avevo denunciato lo smarrimento alla fine di marzo, ovviamente dopo avere cercato dappertutto. Borse, tasche, cassetti, pavimento, senza trascurare la perlustrazione del locale in cui avevamo suonato la sera prima. Niente. Così era iniziata la trafila dei documenti da rifare: carta d'identità, patente, carta di credito, tessera della biblioteca, perfino quella dei punti-benzina.
Quando oggi, arrendendomi finalmente al clima decisamente incurante della tradizionale estate di San Martino, ho indossato il montgomery, ho notato un eccessivo rigonfiamento. Come un mago da cabaret di quart'ordine, ho estratto il coniglio dal cilindro, ovvero il portafogli "smarrito" dalla tasca interna, che lo aveva misteriosamente accolto e ospitato per tutto questo tempo.
Dovrei darmi del pirla e mortificarmi, invece sono contento: non tanto per i 20 € ritrovati, quanto per la foto della patente che mi ritrae diciottenne, quando la chioma mi lambiva le spalle. Già: sebbene mia figlia sostenga che sia meglio adesso, mi piacerebbe essere ancora in grado di scegliere liberamente la lunghezza della capigliatura.
Ma in fondo potrei anche fidarmi di Humphrey Bogart: Chi se ne frega dei capelli in testa, sono i peli sul petto che sono importanti!

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a cura di Giulio Pianese

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