20 giugno 2013

È bene ingraziarsi Ganesh

Qualche sera fa ho assistito a uno spettacolo di danza indiana tradizionale. Non conoscevo minimamente il Bharata Natyam e ringrazio Donatella, amica tanguera ed ex danzatrice in questa difficile e complessa disciplina, per avermi schiuso questo uscio, invitandomi alla serata e fornendomi qualche dritta introduttiva.
Sono capitato bene, perché Sangeeta Isvaran è un'artista straordinaria e padroneggia tutte le abilità espressive, usando corpo, mani, viso e occhi con una tecnica sopraffina che riesce a mettere al servizio del racconto e della poesia terrena e spirituale.
Prima di ciascuna parte del programma, Sangeeta ha spiegato i contenuti del brano sul quale avrebbe danzato, illustrandoci per sommi capi il filo della rappresentazione cui avrebbe dato vita. Dico rappresentazione a buon titolo e definirei lei una "danzattrice" per la capacità di ricreare, per via simbolica ed estetica, scene e situazioni, evocando personaggi e spiriti, dando raffigurazione a sentimenti e stati ineffabili.
Oltre alle tecniche di danza, ha esibito un'espressività facciale d'intensità almeno pari a quella delle migliori dive del cinema muto, riuscendo però a comunicarla in modo rapido e coordinato con il resto dei movimenti, pronta a mutare istantaneamente postura, asse, posizione degli arti e delle dita, direzione e colore dello sguardo, disegno del viso, rapporto con lo spazio visibile e invisibile.
Tutto questo, dipingendo con la musica il canto del vivere, insieme alla coscienza delle sue difficoltà (tra l'altro, Sangeeta è attiva in diverse iniziative legate al disagio sociale). Per quanto possa valere l'opinione di un profano: bravabravissima!

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a cura di Giulio Pianese

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